Nel diventare più maturo scoprirai che hai due mani.
Una per aiutare te stesso, l’altra per aiutare gli altri.
Audrey Hepburn.
Il lavoro del volontario si inserisce in quello dell’équipe allargata di cura proponendosi come presenza sensibile e attenta, stabile e discreta, desiderosa di offrire aiuto in una situazione caratterizzata da criticità e maggiore vulnerabilità.
Il volontario presta attenzione alla quotidianità, affiancandosi nei diversi momenti della giornata per realizzare, anche attraverso gesti semplici, un’esperienza di accompagnamento, che porti fuori dall’isolamento. Il volontario, infatti, sceglie di stare con, realizza il suo intervento attraverso l’offerta di sostegno durante il percorso di cura, per favorire il mantenimento ed il recupero di tutte quelle attività che scandiscono la quotidianità della persona.
Il coinvolgimento emotivo che si viene a creare è molto intenso, soprattutto quando si ha un atteggiamento orientato all’ascolto ed alla condivisione.
Quando si decide di diventare volontari, è importante riflettere sulle motivazioni che spingono ad iniziare questo percorso.
È frequente nei volontari, soprattutto in campo oncologico, che ci siano esperienze personali pregresse; in questo caso è importante per se stessi come prima cosa, ma anche per le persone che si andranno ad accompagnare, interrogarsi sul perché si è spinti a intraprendere quel tipo di percorso e che cosa ci si aspetta. Questo rappresenta un fattore protettivo affinché il volontariato rappresenti un valore aggiunto alla propria vita, un elemento di realizzazione personale e non una fonte di sofferenza o disagio.
Uno dei rischi, con un impatto importante, è che le persone assistite si ritrovino “investiti” di attribuzioni di ruoli, emozioni e non vengano realmente incontrati o riconosciuti nelle proprie peculiarità.
Fulcro dell’opera del volontario è, quindi, la sua partecipazione umana, estremamente preziosa sia per il paziente che per i familiari. E proprio per questo è importante non “dimenticarsi mai di sé”!
Ogni persona che sceglie l’impegno del volontariato è portatore di un’intenzione individuale, che realizza entrando a far parte di un’Associazione. L’esserne parte permette di coordinare il proprio intervento a quello di un progetto più ampio che rende il singolo contributo ancora più costruttivo ed efficace.
Da parte dell’Associazione diventa importante riconoscere e valorizzare le caratteristiche personali di ogni volontario e, considerate le risorse disponibili, sarà possibile costruire un patrimonio comune, globalmente messo a disposizione di coloro che ne hanno bisogno.
Ed io? Che volontario sono?
Che cosa mi ha spinto a diventarlo?
Che cosa ho “scoperto” di me?