Voglia di vivere Fine anno

Fine anno: lasciare per ripartire…

Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli,
e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.
Bisogna ricominciare il viaggio.
Sempre.
(José Saramago)

Fine anno è momento di bilanci, come un rito di passaggio fra il vecchio ed il nuovo, il certo e l’incerto nelle loro varie sfaccettature. Siamo pronti a salutare ciò che non desideriamo più?
Questi momenti possono essere utili per alleggerirsi dai pesi, dalle sensazioni che sentiamo non ci appartengono e, magari, sono proprio quelle che frenano. Mettere a fuoco le sensazioni nel qui ed ora, fare il punto come primo passo per mettere le radici al cambiamento.
Pensare ai mesi trascorsi, annotare i momenti difficili affrontati e darsi il tempo di scoprire, per ognuno di essi, l’insegnamento che ne è stato tratto. Questo processo a volte potrà essere più immediato, altre più difficile e allora, in questo caso, può nascere la possibilità di scoprire a cosa possa essere stato utile quell’ostacolo e quale nuova “carta” possa essere inserita nel proprio “mazzo”.
Riflettere sui propri punti di forza, sulle risorse, sulle cose sulle quali si può contare e sono vicine al proprio modo di essere: con un atteggiamento di questo tipo si può nutrire il cambiamento, con coraggio e benevolenza nei propri confronti.
Inciampare, tornare sui propri passi, sbagliare…e se fosse comunque un andare avanti? Un’evoluzione, in fondo la direzione della vita è “in avanti”. Quando si trova un ostacolo è facile scoraggiarsi, dimenticandosi quasi di tutte quelle cose dentro e fuori di noi che possono porgere una mano.
Domandarsi cosa può non aver funzionato o impedito di raggiungere i propri obiettivi, ascoltare quello che si sente “di pancia” e chiedersi se gli obiettivi, nel frattempo, non siano cambiati e sia questione di accorgersene e valutare quali strumenti abbiamo a disposizione.
Ed i momenti di felicità? Ripercorrerli con la mente, riassaporare le emozioni che hanno lasciato e custodirle laddove si potranno ritrovare ogni qualvolta se ne sentirà il bisogno.
E come impegno per il prossimo anno perché non proporsi di organizzare momenti in cui si possa fare esperienza delle emozioni che fanno bene al cuore?
Fantasticare e progettare su quei desideri che vorresti che nel 2019 si realizzassero, mettendo a fuoco obiettivi raggiungibili e per questo, fare in modo che il passato non sia una zavorra che tiene fermi, ancorati ed immobilizzati, piuttosto una base per partire e ripartire verso quello che ci sarà domani. Pertanto, chiedersi se ciò che si desidera è davvero ciò che si vuole ed è coerente con il proprio modo di essere. Permettere alla vita di fluire, cercando spazi di vita anche quando si incontra un ostacolo.
La leggerezza, quindi, può essere un “termometro” interiore che aiuta a capire quando lasciar scorrere per poter stare in contatto con se stessi.
L’augurio per queste feste è proprio questo, di poter tornare più leggeri ed in contatto con ciò che porta vita, nella nostra vita!

Claudia Bonari

La mia vita con George

Quando mi fu regalato, mi parve una scelta poco opportuna da portare in dono a una persona cui era stato appena tagliato un pezzo di qualcosa: intestino, nel mio caso, ma il discorso vale per qualunque altro pezzo di carne ci si trovi tagliato via dal corpo. Non ero pronta a leggere un romanzo ispirato dalla morte, per cancro, di un uomo. Ero solo all’inizio del percorso, non mi ero ancora abituata alla… mia vita con il cancro! Perciò gli trovai un posto sulla libreria – neppure troppo in vista, si capisce! – e lo dimenticai. Ma solo per un po’.

Poi, un giorno, alcune delle poche pagine lette riaffiorarono alla memoria, e le compresi sotto una luce diversa, vivida e luminosa: Udi – questo il nome del compagno dal quale Judith Summers, autrice de “La mia vita con George”, ha trovato ispirazione – per quanto è dato capire non si era lasciato andare passivamente al cancro, gli aveva tenuto testa fino all’ultimo respiro. Forse addirittura più di quanto non avesse fatto Judith che, dopo aver perso il proprio uomo e il padre del suo bambino, non riusciva a superare il dolore. Fin quando nella sua vita è arrivato lui, George, un simpaticissimo cavalier king charles spaniel che diventa il padrone di casa, e della sua vita.

Da qui prende spunto il suggerimento di leggere il libro: oltre a essere ben scritto, è la perfetta rappresentazione di come un animale indossi con gran naturalezza i panni dell’amico, del sostegno, del “farmaco” naturale che aiuta a combattere qualunque avversità. Oggi si parla molto di pet therapy, e l’esperienza di vita raccontata da Judith è la dimostrazione di quanto l’amore sincero di un amico pelosone sia importante: nel suo caso ha aiutato ad elaborare un difficile lutto, ma come sappiamo gli esempi dei benefici della pet therapy sono molteplici. Il libro ci offre su un vassoio d’argento l’opportunità di conoscerli, aggiungendo la piacevolezza di una lettura scorrevole e anche divertente.

Alessandra Chirimischi

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Intanto, ti informiamo che questo libro è già disponibile nel circuito REDOP