Irene Sacco

Laureatasi in Medicina e chirurgia nel 2013 all’Università di Firenze, sempre a Firenze Irene Sacco frequenta la scuola di Medicina tradizionale Cinese conseguendo il diploma in Agopuntura nel 2017.

Lavora per due anni in Associazione Tumori Toscana seguendo le cure domiciliari dei pazienti oncologici e perfezionandosi nelle cure palliative e terapia del dolore.

La visione d’insieme del paziente e dell’ambiente che lo circonda è la chiave di lettura con cui inizia la valutazione clinica: trova quindi nell’agopuntura una tecnica efficace e fine per curare il paziente e i molti sintomi che può presentare. Essendo la variabilità individuale infinita, sono d’aiuto sempre di più strumenti personalizzati, e l’agopuntura può aiutare in alcune sfumature altrimenti difficilmente raggiungibili.

Inizia la sua collaborazione con l’Associazione Voglia di Vivere nel 2018, grazie al progetto di agopuntura rivolto alle donne che svolgono terapia attiva per combattere il tumore al seno.

L’agopuntura è una tecnica offerta da molte strutture sanitarie in tutto il mondo. Nei pazienti oncologici trova ottima efficacia per ridurre i sintomi quali effetti collaterali legati alle chemioterapie, radioterapie e terapie ormonali. Per tutti i pazienti l’agopuntura svolge un importantissimo ruolo nella modulazione del dolore sia nelle patologie dolorose acute che croniche, ha efficacia su sintomi dovuti ad alterazioni ormonali come disturbi post menopausa o disturbi inerenti al ciclo mestruale. E’ efficace nelle donne in stato gravidico, periodo durante il quale l’assunzione di medicine è spesso sconsigliato, per controllare sintomi di nausea o dolori. L’impiego dell’agopuntura quasi privo di effetti collaterali e di controindicazioni è indicato in molteplici campi clinici, quali stati d’ansia, insonnia, gambe senza riposo.

 

Voglia di Condividere Sostare in gruppo

So-stare in gruppo: imparare a suonare una sinfonia

Nessuno può fischiettare una sinfonia.
Ci vuole un’intera orchestra per riprodurla.
H.E. Luccock

In un mondo che ci porta sempre più spesso verso l’isolamento, al non creare legami e ad avere paura dell’altro, diventa ancora più vitale riconoscere e conoscere il valore dello stare insieme, del creare e mantenere relazioni: l’importanza del gruppo, del so-stare con altre persone condividendo emozioni ed esperienze arrivando così ad accrescere il bagaglio di ciascuno.
La condivisione è un collaborare per un obiettivo comune, non è un essere d’accordo o in disaccordo, ma un confrontarsi costantemente che richiede disponibilità a mettersi in gioco: il gruppo è ben più della somma dei singoli individui perché si crea un qualcosa che va oltre.
Un interesse, un’esperienza, un obiettivo…sono varie le motivazioni che portano le persone a stare insieme: c’è sempre un filo che lega, non è mai il caso ciò che ci porta ad avere accanto quella precisa persona in quel preciso momento della nostra vita. A volte è più facile da cogliere il motivo, altre sfugge, ma quel filo rosso esiste e rappresenta un’opportunità. Così come viene descritto in “Donne che comprano fiori”, il libro recensito questo mese, o come viene offerto nel gruppo di crescita personale che Voglia di Vivere propone: la condivisione è una sfida ma è ciò che ci può dare la spinta per quel cambiamento che aiuta ad essere più consapevoli.
“Vivere è un compito urgente!” questo ci dicono le protagoniste di “Donne che comprano fiori” e la dimensione del gruppo non più che essere uno strumento in più per rispondere a questa chiamata della vita!
Da quando l’essere umano è sulla Terra, ha sempre vissuto in gruppo, lo stare in relazione è un imperativo biologico! Con gli altri possiamo trovare una risposta a bisogni fisiologici e psicologici che da soli non possiamo soddisfare! Se ci pensiamo, da sempre siamo stati in relazione: già nella vita intrauterina siamo in relazione! Entriamo poi a far parte di una famiglia, di una classe quando andiamo a scuola e pratichiamo uno sport: il gruppo ha di per sé l’obiettivo di migliorare la sopravvivenza dell’individuo. L’evoluzione ci racconta proprio questo!
Far nascere e tenere insieme un gruppo non è mai semplice e non può essere opera di una persona sola: è necessario che i membri provino interesse l’un l’altro, nella consapevolezza che si va a costituire una realtà collettiva della quale è importante ci si senta parte, ognuno con il proprio ruolo.
Lo stare in relazione, poi, è anche responsabilità, è assumersi un impegno nel far sì che la voce di ognuno si armonizzi con la voce della collettività e ci possa essere uno scambio, un arricchimento reciproco. Gerbasi (1995) afferma che il gruppo è:

Un processo collettivo ed individuale, che parte da ognuno (…), si esplica nel collettivo con il sostegno di tutti e torna all’ individuale.

Sì, perché come detto, il ritorno poi è sul piano individuale: le energie messe nel collettivo sono energie spese per sé. Vogliamoci bene e lasciamo che anche gli altri ce ne vogliano!

Claudia Bonari

Donne che comprano fiori

Tanto diverse da non far pensare a qualche possibile legame fra loro. Invece… è un sottile filo rosso – quello della forza e della solidarietà – a legare la vita delle donne che animano questo romano. Donne arrivate al bivio, donne messe davanti a realtà difficili, a responsabilità pesanti dalle quali hanno necessità di scostarsi, donne che fra loro non si conoscono, ma che cedono al richiamo del Giardino dell’Angelo, un negozio di fiori molto speciale nel cuore di Madrid: sta lì da oltre 200 anni, di storie ne ha viste e custodite molte.

Il Giardino dell’Angelo è curato e gelosamente custodito da Olivia – donna saggia e misteriosa che sa guidare le cinque più o meno quarantenni gravitanti nella sua oasi – dice un giorno a Marina, protagonista e voce narrante del romanzo: « ho vissuto abbastanza da sapere che c’è un momento nella vita di ogni persona in cui quest’ultima ha la possibilità di fare un cambiamento radicale, a centottanta gradi. Un’unica e grande opportunità per crescere. La pienezza. Il grande giro di boa della storia della tua vita. E sì, ci sono persone che ne approfittano e altre no».

Galeotta fu la piacevolezza di sangria e vino bianco fresco, a cullare una calda notte d’estate, mix azzeccato per fugare ogni inibizione e lasciarsi andare, se circondati da persone che possono comprendere. E fra loro si comprendevano, perfettamente: insieme a Marina, Aurora, Casandra, Gala, Victoria riconoscevano che «Vivere è un compito urgente!», convinzione sulla quale hanno creato un loro piccolo mondo al femminile, dove sostenersi, stimolarsi, assistersi per uscire vincenti dal bozzolo, farfalle aperte alla vita.

È una bella storia di solidarietà che va oltre il femminismo spicciolo al quale siamo abituati, perché lo travalica nel rispetto della personalità individuale. Valore sempre più difficile da trovare, e che forse proprio per questo ancora riesce a svegliare gli animi. Non a caso il sottile filo rosso che dicevamo all’inizio, si spande a dismisura su di lui, il magnifico elemento che è il mare, quello che mette a confronto una persona con la propria essenza. Un vero e proprio invito a non smettere mai di lottare, a non accettare la banalità dello stabilito.

Uscito dalla fresca vena letteraria della giovane Vanessa Montfort, Donne che comprano fiori è una storia intensa, nella quale ogni donna (ma anche ogni uomo, se ha il coraggio di guardarsi onestamente nell’anima) ha la possibilità di identificarsi, e di usarlo come strumento per ri-trovarsi.

Alessandra Chirimischi

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