Smart is not fat

Lo smart working e il telelavoro sono utili strumenti per lavorare da casa, ma che purtroppo aumentano la sedentarietà, favorendo l’aumento di peso corporeo: se questo avviene, bisogna analizzare criticamente sia l’alimentazione che l’attività fisica abituali, e soprattutto il periodo di obbligo domiciliare non ne va considerato come causa inevitabile.

Essere attenti al proprio peso corporeo significa osservare un’alimentazione saggia e razionale, che non rinuncia alla piacevolezza di sapori vari e gradevoli.

Un risultato soddisfacente è garantito dalla somma di tante piccole e costanti attenzioni: non avere in casa prodotti pronti per il consumo (come lo sono gli alimenti a elevata densità energetica), non assaggiare durante la preparazione dei pasti, portare a tavola solamente ciò che si vuol mangiare ecc… Taluni accorgimenti nella preparazione del cibo tutelano dagli eccessi senza nulla togliere al gusto.

Vanno riconsiderati alcuni pregiudizi diffusi: diminuire i grassi non significa necessariamente ridurre sapore e gradevolezza. Ad esempio, nei dolci burro e margarina possono essere sostituiti dallo yogurt, le torte possono essere farcite con frutta fresca, le crostate di frutta vanno preferite alle torte ripiene.

Un’attenzione particolare deve essere dedicata alle modalità di cottura: i condimenti vanno usati in modo ragionevole e per quanto necessari, possono essere utilizzate pentole a pressione e padelle antiaderenti ecc.

Fra gli spuntini deve essere incoraggiato il consumo di spremute di frutta, frutta fresca (banane, pesche, carote ecc.), alcune preparazioni di verdura. Frutta anche a colazione: l’occasione di stare a casa e di non essere pressati da impegni mattutini è ideale per imparare a fare una buona colazione che contribuisca in maniera significativa ad aumentare gli apporti di minerali e vitamine utili per la protezione delle infezioni.

Per quanto riguarda l’infanzia, è fondamentale l’esempio offerto dai genitori; approfittate di questo momento per coinvolgere i bambini nella preparazione dei pasti ed aumentare la varietà dell’alimentazione. Il cibo deve essere sempre presentato in modo attraente e gradevole con l’offerta della massima varietà possibile di cibi e di preparazioni in termini di odore, sapore, colore e temperatura.

Lisa Sequi

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Cosa metto nel carrello?

Dopo ore di fila per entrare in un supermercato (con il timore che chi ci ha preceduti abbia fatto razzia di prodotti!), fare la spesa potrebbe essere un ulteriore motivo di ansia. Ben vengano, anche in questo caso, i suggerimenti del Ministero della Salute, che ha il compito/impegno di pensare al nostro benessere.

Dal Ministero un interessante articolo su come fare la spesa ai tempi del Covid-19, rispettando le corrette prassi di igiene alimentare.

E sempre dal Ministero della Salute, questa volta in collaborazione con la Federazione Italiana Cuochi (FIC), nell’ambito di un protocollo di intesa fra loro sottoscritto, sono stati realizzati due video: uno, per fornire ai cittadini consigli sugli alimenti da acquistare per fare una spesa intelligente, bilanciata, che duri almeno una settimana , l’altro con le indicazioni su come comportarsi al ritorno a casa per rispettare le principali regole di sicurezza alimentare.

Anche l’Istituto Superiore di Sanità si è impegnato a informare sulla corretta gestione degli alimenti, realizzando un poster in cui fornisce ai cittadini indicazioni su come manipolare gli alimenti, come lavarli, quali dispositivi di protezione sono obbligatori nei supermercati e quali misure igieniche devono essere rispettate da chiunque manipola il cibo.

Riguardo la possibile presenza del virus sulle superfici delle confezioni dei prodotti, l’ISS nel poster informa che sulle superfici il virus può sopravvivere da qualche ora a qualche giorno se queste non vengono pulite o disinfettate o non sono esposte a sole e pioggia, ma anche che il virus è molto sensibile ai disinfettanti a base di cloro e alcol.

L’Istituto ricorda infine che il nuovo coronavirus si trasmette attraverso le goccioline (droplet) o per contatto attraverso le mani, quindi la cosa fondamentale è rispettare le norme igieniche di corretto lavaggio delle mani e mantenere il distanziamento sociale di almeno 1 metro dalle persone.

Lisa Sequi

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La parola ad AIRC

In questo periodo di difficoltà non potevano mancare i preziosi consigli di AIRC – Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, per una sana alimentazione restando a casa.

In uno scenario in continua evoluzione, è normale anche chiedersi se sia necessario modificare la propria alimentazione o se alcuni composti presenti negli alimenti possano aiutare a prevenire il contagio da Covid-19. Ecco in sintesi i consigli di AIRC sull’alimentazione stando a casa.

 

Frutta e verdura: non dovrebbero mai mancare nei pasti principali della giornata, più verdura che frutta. Si suggerisce di consumare circa 5 porzioni di vegetali freschi, possibilmente di diversi colori. Si possono sfruttare questi giorni in casa per mettersi alla prova in cucina, provando nuove ricette. La verdura per esempio può essere usata non solo come un contorno, ma anche come un ingrediente per la preparazione di condimenti per la pasta o i cereali in chicco. Frutta e verdure, inoltre, possono essere degli ottimi spezza fame, da proporre anche ai più piccoli come merenda di metà mattina o pomeriggio.

 

Fonti di proteine: la raccomandazione principale è alternare proteine animali e vegetali, preferendo quando possibile le seconde. Si possono mettere in ammollo i legumi secchi la sera precedente, bollirli durante la mattina seguente e utilizzarli per il pranzo. Se ne possono cuocere quantità più abbondanti, e utilizzare i legumi anche per tortini, salse e burger vegetali, molto apprezzati dai bambini. Se non si ha la possibilità di acquistare pesce fresco, quello surgelato è una valida alternativa. Non è giustificato, invece, fare grandi scorte di carne, sia fresca sia lavorata. Le più recenti evidenze invitano a farne un consumo limitato, in particolare di quella rossa, e a ridurre al minimo quella lavorata, come salumi e insaccati. In una settimana, la carne rossa andrebbe consumata non più di due volte.

 

Carboidrati complessi: non solo pasta e pane. Avere del tempo a disposizione in più per cucinare permette di preparare alimenti che spesso sono poco consumati, per esempio i cereali in chicco. Farro, orzo e avena possono essere ingredienti ideali per preparare primi piatti, zuppe o insalate fredde. Si possono acquistare diversi tipi di farina, preferibilmente integrali, e divertirsi in famiglia a realizzare pane o diversi formati di pasta, un piacevole e gustoso passa tempo.

 

Zuccheri semplici, da limitare: non c’è ragione di mangiare più del solito dolciumi, snack, merendine, biscotti e altri prodotti con una quantità di zuccheri elevata, soprattutto in un periodo di sedentarietà. Un eccesso di zuccheri può portare a un aumento del peso corporeo, favorendo sovrappeso e obesità, con conseguente incremento del rischio di numerose malattie croniche.

Non è vietato concedersi dei piccoli piaceri, l’importante è non esagerare. Si può anche sfruttare il tempo a disposizione a casa per allenarsi a leggere le etichette degli alimenti, un importante passo per acquisire consapevolezza di ciò che si mangia.

L’articolo completo AIRC offre anche suggerimenti di ricette carine con cui mettersi alla prova!

Lisa Sequi

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Quale dieta ai tempi del Coronavirus?

Sarebbe bello che esistesse una “dieta ideale”, quella per star bene e debellare il nemico invisibile. Purtroppo non c’è, ma è possibile seguire alcuni consigli utili per mantenere il benessere quotidiano. Vediamo di seguito le indicazioni (sia chiaro che sono semplici suggerimenti, utili a vivere meglio il momento della difficoltà, non obblighi) che arrivano da SINU – Società Italiana di Nutrizione Umana:

  • non esiste una ricetta alimentare contro le infezioni virali, tanto meno contro il Coronavirus: però una corretta alimentazione e il mantenimento di uno stato nutrizionale ottimale potranno aiutarti a prevenire e nel caso a superare la malattia;
  • la riduzione della mobilità potrebbe ridurre la tua spesa energetica. Per evitare un aumento di peso, porta in tavola solo quello che hai deciso di mangiare, serviti una porzione “giusta” di ogni portata e non aggiungere altro, riduci il consumo di bevande zuccherate e di altri prodotti ricchi di zuccheri, evita l’abuso di sale e di condimenti ricchi di grassi;
  • soprattutto consuma almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura, fonti di minerali e vitamine (particolarmente vit. C e vit. A) utili a rafforzare le difese immunitarie e la protezione delle vie respiratorie;
  • sforzati di mantenere una regolare sia pur limitata attività motoria, per es. cyclette, tapis roulant ma anche ginnastica a corpo libero 1 o 2 volte al giorno e cerca se possibile di esporre ogni giorno braccia e gambe al sole per 15-30 minuti per favorire la sintesi endogena di vitamina D;
  • rifletti che la necessità di restare a casa e in famiglia può essere un’opportunità per dedicare maggiore attenzione e un po’ più di tempo alla preparazione di cibi più salutari e più gustosi, nel rispetto delle nostre tradizioni mediterranee: se ne gioveranno la salute ma anche l’umore;
  • non assaggiare durante la preparazione dei piatti e non mangiare mai in piedi e frettolosamente, ma apparecchia ogni volta la tavola: dedica tempo alla convivialità nei pasti perché momento di aggregazione con la famiglia e di utilità per incoraggiare i ragazzi ad avere ogni giorno un’alimentazione varia ricca di frutta, verdura e legumi fornendo loro il buon esempio;
  • fai in modo che i bambini ti aiutino nella preparazione del cibo: in questo modo eviterai la noia e i capricci ed è sempre più divertente e più facile mangiare ciò che si è scelto e si è aiutato a preparare.

Lisa Sequi

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La salute…ai tempi del Coronavirus

Stiamo vivendo un periodo che altera le nostre sicurezze più profonde, quelle che normalmente diamo per scontate e di cui non ci accorgiamo.

Ci viene richiesto di portare avanti un cambiamento radicale rispetto al ritmo che la società chiede di mantenere: dal “dover” fare più cose per esser riconosciuti, al doverle necessariamente ridurre, restando a casa. Questo passaggio porta con sé conseguenze impattanti sul piano psicologico con emozioni intense, come la paura.

La paura che inevitabilmente colora le nostre vite in questo periodo può anche esser funzionale perché ci porta ad adottare comportamenti di protezione (es. lavarsi le mani più spesso e secondo la procedura adeguata, indossare le mascherine,…) che risultano più che mai efficaci e importanti in momenti come questo. Un’attenzione più marcata, ovviamente, devono porla coloro che hanno già una maggiore difficoltà a gestire l’ansia che può diventare disfunzionale in situazioni come queste.

Inoltre, si devono considerare anche tutti quei potenziali stressor che riguardano la paura di esser contagiati e/o di contagiare, la noia, il senso di impotenza, la preoccupazione per la salute dei propri cari e la lontananza da questi.

L’incertezza dovuta alle misure di isolamento, alla loro durata e portata, genera insicurezza e ansia alle quali ogni persona risponde in maniera diversa in relazione alle proprie risorse. L’isolamento, poi, può rendere ancora più vulnerabili le categorie di persone già di per sé fragili e ancora più esposte a stati depressivi e ansiosi.

Emozioni come rabbia e paura possono non essere accettate anche perché difficili da veicolare visto che, in tempo di Coronavirus, non c’è un “nemico” visibile con cui prendersela e non possiamo nemmeno utilizzare lo sport, ad esempio, come valvola di scarico. La limitazione della libertà rappresenta ciò che più può causare sofferenza e sensazione di spaesamento. E’ importante, quindi, crearsi occasioni che diano la sensazione di avere il controllo sulle cose: darsi obiettivi durante la giornata per renderla il più “normale” possibile. Così come è importante non fare “scorpacciate” di informazioni sull’emergenza che poi porta a indigestioni e rimuginazioni, è consigliabile piuttosto autolimitarsi nell’accesso alle notizie ed affidarsi a fonti ufficiali. E’ importante, poi, per la salute psicologica, creare il proprio ritmo, stabilire abitudini che possano essere una possibilità di svago: non possiamo lasciare, per quello che è possibile, le giornate al caso.

Claudia Bonari

Voglia di… raccontarsi

Ogni promessa è debito, sentenzia un vecchio adagio. Ma non è il nostro caso: per Voglia di Vivere, infatti, aver promesso alle proprie amiche di mantenere attivo il contatto nonostante i tempi difficili, è prima di tutto un piacere. Perciò, eccoci di nuovo qua.

Questa volta abbiamo pensato che, vista la pesantezza dei tempi, potevamo proporvi di raccontare ciascuna le proprie emozioni: paura, stupore, preoccupazione, curiosità… e chissà quante altre, ognuna derivante da vissuti personali diversi. Se vorrete, ci saremo per considerare insieme i vostri scritti con la “novità” che proponiamo con l’atelier della parola

Non è una novità, invece, che possiate parlarne con le psicologhe di fiducia (vale a dire Beatrice e Claudia), ma ciò che vogliamo proporvi è di fare un passetto ancora più avanti, utile per allentare la tensione e guardare la metà piena del bicchiere: vi proponiamo di trovare la voglia di… riempirlo, quel bicchiere, invitandovi a raccontare ciò che provate e condividerlo attraverso Voglia di Vivere, secondo le modalità che ciascuna preferisce: c’è lo spazio sulla pagina Facebook, oppure potete inviare i vostri scritti all’indirizzo vogliadivivere@vdvpistoia.org

Li raccoglieremo perché, più di tutto, ci piace l’idea di trovarsi, magari durante una bella festa da organizzare quando il “ciclone” Covid-19 sarà finalmente passato, e potremo stringerci la mano e brindare insieme alla nuova vita.

Intanto la nostra proposta vuole offrirvi lo spunto per migliorare le giornate a casa: la vostra casa, non una prigione, dove avrete un angolo preferito, quello in cui più vi sentite a vostro agio e quindi perfetto per… organizzarci la postazione di benessere.

Uno spazio tutto vostro, dove rifugiarvi ben vestite, truccate, pettinate, magari accompagnate da una gustosa bevanda, per concedervi un momento di pausa per liberare il cuore affinché non diventi prigioniero della paura.

Far correre la fantasia, proprio come facevate da bambine confidando vostri segreti al diario, e non è necessario diventare romanziera: è sufficiente raccontarsi, quel tanto che basta per trasformare la paura in momento di piacevole ritrovarsi.

 

Quando vince la salute

Sabato 14 marzo 2020, siamo tutte invitate a una festa: in effetti questo era il programma, un bel pomeriggio di festa, per rimirare ancora una volta le foto in concorso alla seconda edizione di “Sento, vedo, racconto. Il ritratto della salute”. Ma non si può fare. Almeno non per adesso.

Però Voglia di Vivere ha considerato non fosse giusto far attendere ancora gli autori, che aspettano di conoscere il verdetto delle giurie: quella popolare, con i voti raccolti al negozio Coop di viale Adua a Pistoia, dove le foto sono state esposte per 10 giorni; quella ufficiale, composta da tre meravigliose donne, note in città per essere artiste dell’immagine, ovvero Rossella Baldecchi, Chiara Corsini e Laura Pelagatti.

Però… per il vostro bene, vogliamo tenervi ancora un po’ con il fiato sospeso: infatti, consideriamo che sia molto più piacevole farvi avere la testa impegnata con pensieri di allegria, piuttosto che lasciarvi a rimuginare sulle nefandezze del coronavirus. Perciò, eccoci qua per gioire coi colori e l’allegria che queste immagini raccontano: a prescindere dal risultato in classifica, in questo genere ti competizioni è bello prima di tutto partecipare. E ci auguriamo che alla prossima edizione sarete molti di più a voler raccontare il vostro modo di vedere la salute.

I RISULTATI

La foto usata in copertina è di Silvana Agostini (ricevuta fuori concorso)

Aperte per virus

Per nostra (dis)grazia, siamo affette da un virus praticamente impossibile da debellare, molto più forte del famigerato corona. Il morbo che ci attanaglia si chiama dedizione, a lui ci siamo liberamente offerte, in una sorta di vocazione che ci ha chiamate per portare uno spiraglio di luce ai momenti bui.

Perciò eccoci qua, a garantire la nostra presenza anche nelle giornate pesanti in cui il Covid-19 imperversa. Noi ci siamo, pur non potendo essere fisicamente davanti a voi, abbiamo predisposto varie soluzioni per mantenere attivo il contatto stabilito insieme, alimentando quell’intesa che ci fa essere complici nel benessere.

Le amiche che utilizzano i servizi di supporto di Voglia di Vivere possono contare su di noi anche adesso, secondo le modalità attivate dalle professioniste che con noi collaborano, e secondo quanto possiamo fare nel rispetto delle limitazioni imposte a tutto il Paese (perché le offerte sono ben maggiori, come sapete!). Ecco come raggiungere le consulenti attive:

  • Giada Baldini, che si è già premurata di avvertire le proprie assistite, continuerà a svolgere il suo compito come consulente di immagine attraverso Skype e videochiamate su WhatsApp
  • il supporto psicologico resta attivo presso day hospital dell’ospedale San Jacopo (al numero 0573 351 176) dalle 10,00 alle 14,00 del mercoledì, con Claudia Bonari  e giovedì con Beatrice De Biasi. Entrambe le psicologhe sono comunque reperibili anche ai numeri personali: Beatrice 333 2521 284, Claudia 329 8663 939
  • Lisa Sequi è a disposizione per la consulenza nutrizionale al telefono, previo messaggio su WhatsApp (349 3137 013).

Quindi, anche se gli ambulatori sono forzatamente chiusi, come potete vedere noi ci siamo, compatibilmente allineate nel rispetto delle regole, con la consueta dedizione: a mente aperta, fra noi organizziamo tanti bei progetti, insieme a voi grazie dove agli strumenti che la tecnologia rende disponibili possiamo aprire canali di comunicazione, come sempre propositivi.

IO… CI PROTEGGO!

Gli esseri umani, pur sforzandosi di utilizzare la logica nell’analizzare tutte le cose, spesso si dimenticano che, in realtà, sono le emozioni che hanno un ruolo ancora più fondamentale e basico.

Il problema del Coronavirus, oggettivo, diventa una questione soggettiva in relazione al vissuto psicologico, alle emozioni e paure. La “percezione del rischio” può essere distorta e amplificata sino a portare a condizioni di panico che aumentano il rischio perché possano portare a comportamenti poco razionali.

La paura, di per sé, è un’emozione utile, mantenuta dall’evoluzione per prevenire e proteggere dai pericoli e poterli quindi evitare. E’ funzionale se proporzionata al pericolo ed invece quando non lo è provoca disagio: non siamo fatti per reggere a lungo situazioni di ansia e di stress. Le risposte più funzionali selezionate dall’evoluzione sono quella di attacco o di fuga ma hanno una valenza positiva sul breve periodo. Se mantenute, portano a una disregolazione emotiva, alla percezione di impotenza ed anche ad un abbassamento delle difese immunitarie dovute al permanere di una condizione di stress.

Quello che sta accadendo nel mondo e la modalità con cui alcune fonti riportano gli aggiornamenti sul COVID-19, può incrementare angoscia e la percezione di essere sommersi da un flusso ininterrotto di “allarmi ansiogeni”. E’ importante, pertanto, rivolgersi a fonti affidabili per informazioni di base sufficienti ad adottare comportamenti adeguati.

Un atteggiamento psicologico valido può aiutare non solo chi lo attua ma anche gli altri, innescando un circuito virtuoso, e aumentando il “quoziente di resilienza” dei singoli, della famiglia, della comunità.

Claudia Bonari

Corona permettendo…

Lui, subdolo, ha provato a metterci ferme: e un po’ dobbiamo farlo, sia per prudenza sia per adempiere alle indicazioni cui tutti sono tenuti ad attenersi. Però, almeno per quanto ci riguarda, ‘sto Covid-19 (meglio conosciuto come Coronavirus) sembra proprio non aver capito bene con chi ha a che fare.

Avvezze come siamo alla cultura della prevenzione, ci resta naturale prendere precauzioni per tutelare noi e gli altri. Quanto alle disposizioni, poi, che dire? Abbiamo saputo attenerci a protocolli ben più impegnativi combattendo, e spesso vincendo, un nemico ben peggiore. Perciò, anche stavolta non metteremo… le tette al chiodo!

Se momentaneamente è fatto divieto di svolgere le attività comuni, vuol dire che lavoreremo sotto la cenere per continuare a mantenere vivo quel fuoco che arde da oltre 30 anni. Resteremo vigili e attive, per far sì che la fiamma della solidarietà che ci contraddistingue torni ad alimentare sogni, speranze, aspettative, ben-essere.

Perché noi siamo e abbiamo Voglia di Vivere, potete contarci!