Concorso fotografico: la giuria

La giuria chiamata a selezionare le opere che parteciperanno al concorso fotografico “Sento, vedo, racconto. Il ritratto della salute è composta di persone che, prima di ogni altra cosa, mettono il cuore in quello che fanno. Persone sensibili, negli occhi e nell’anima, abituate a vedere la bellezza anche dove i meno attenti faticano a coglierne traccia.

È alla loro capacità di interpretare le emozioni che Voglia di vivere ha affidato il compito di scegliere le più significative, nella certezza che saranno valutate nella pienezza del loro valore. Conosciamo più da vicino i quattro componenti la giuria (li presentiamo in ordine alfabetico).

TORNA ALL’ARTICOLO PRINCIPALE

 

Se ti abbraccio non aver paura

Non trovate sia meraviglioso scoprire che il nostro mondo è popolato anche da persone fantastiche? Così fantastiche che sembrano appartenere a un altro mondo! O forse siamo noi a non vedere il loro mondo, e le consideriamo strane perché non le comprendiamo?

È con queste domande che entriamo nel mondo di Andrea, il ragazzo autistico protagonista, insieme al padre Franco, del libro “Se ti abbraccio non aver paura”. I due, ormai, sono giustamente famosi e continuano a girare l’Italia accompagnati dalla simpatia che li contraddistingue.

Tutto ebbe inizio quando i due partirono per un viaggio oltreoceano, raccontate in quell’intenso diario di vita che è il libro: “Se ti abbraccio non aver paura” racconta la reazione di un padre dal momento in cui gli viene data una sentenza che cambierà radicalmente la vita di tutta la sua famiglia. Un moto di ribellione che non è negazione della realtà, bensì l’accettazione consapevole di chi si informa, di chi non si dà per vinto e vuole a tutti i costi rispettare la Vita, anche se questa diventa a un certo punto difficile perché “diversa”. La Vita, che è sempre e comunque bella, da vivere con intensità, e Franco decide di condividerne con il figlio un momento speciale, dedicato soltanto a loro: partono alla volta dell’America senza una meta precisa, ma coltivando il bel sogno di incontrarsi nell’intimo della loro anima, una condivisione dalla quale ciascuno possa diventare più forte perché più vicino all’altro.

Franco e Andrea sono due personaggi veramente speciali, e si sono affidati a un brillante scrittore, Fulvio Ervas, per fare della loro esperienza un libro meraviglioso che al successo del pubblico ha aggiunto alcuni riconoscimenti letterari di rilievo.

Forse… la bacchetta magica regalata da Andrea a New Orleans, ha indicato a Franco il percorso giusto per trasformare la loro avventura in magia da donare a tutti coloro che la leggeranno.

Alessandra Chirimischi

Se vuoi maggiori informazioni, rivolgiti al punto prestito

Voglia di leggere

attivo presso la nostra associazione.

Intanto, ti informiamo che questo libro è già disponibile nel circuito REDOP

 

 

 

 

 

 

 

Chi ha spostato il mio formaggio?

Da una parte due topolini intraprendenti, Nasofino e Trottolino, che lasciandosi guidare dall’istinto si trovano a risolvere una situazione di difficoltà, semplicemente affidandosi al loro intuito. Dall’altra due gnometti, Tentenna e Ridolino, dotati di forte capacità logica e di ragionamento, e che si trovano ad affrontare la stessa problematica di Nasofino e Trottolino.

Tutti e quattro vivono in un Labirinto, nel quale hanno trovato la fonte di sopravvivenza, un deposito di formaggio… o, meglio, Formaggio – sì, con la F maiuscola – per quanto riguarda gli gnomi: sembra cosa da poco, ma questa “F” fa una gran differenza. Infatti, mentre per i topini il formaggio è fonte di piacere e sopravvivenza, per Tentenna e Ridolino assume ben altro sognificato: il Formaggio è una ragione di vita, è la sicurezza, la certezza delle cose stabilite, della quotidianità immutabile perché consolidata.

Perciò, quando una mattina arrivano al deposito e di formaggio non ce n’è più, i topolini – che molto attenti al loro intuito si erano già preparati all’idea che qualcosa potesse cambiare – non si perdono d’animo e si mettono subito alla ricerca di nuovo formaggio.

Per i due gnomi, invece, le cose vanno diversamente: iniziano a perdersi in una serie inesauribile di valutazioni. Le loro certezze, la comodità, lo status acquisito – chiamatelo come vi pare – avevano fatto sì che Tentenna e Ridolino avessero indossato i comodi panni dell’arroganza, quelli che rendono immobili e placidi, anche di fronte alla palese necessità di rimboccarsi le maniche e ripartire. Così, una storia apparentemente banale ci induce a riflettere e guardare dentro di noi per trovare la forza di dare soluzione a un problema. Morale: sta solo a noi, non a qualcun altro, e quanto prima accetteremo l’idea che c’è da rimettersi in gioco, tanto meglio e più velocemente riusciremo a star di nuovo bene.

La storia inizia con una rimpatriata di amici, che tirano le somme delle loro esperienze trascorse, personali e professionali, e uno di loro afferma: “Ma avete notato quanto sia forte in noi il desiderio di non cambiare quando le cose intorno a noi cambiano?”; una domanda in cui sono contenute molte delle paure che oggi ci affliggono, legate al cambiamento non soltanto della nostra sfera personale, ma anche del mondo che ci circonda.

Ciò che dobbiamo imparare è che qualche cambiamento lo avremo sempre, ci piaccia o no, e che il modo migliore per affrontarlo è di coglierne i segnali semplicemente prestando attenzione a ciò che accade intorno a noi, senza avere la presunzione che tutto resti esattamente come piace a noi, come ci insegna lo gnomo Ridolino: “Annusa spesso il formaggio, così ti accorgi se diventa vecchio”.

Un atteggiamento che possiamo tenere se disposti a lasciar da parte tutti i freni imposti dalla paura del nuovo, perché il nuovo – di qualunque nuovo si tratti – può anche essere non negativo. Molto sta a noi deciderlo.

Alessandra Chirimischi

Se vuoi maggiori informazioni, rivolgiti al punto prestito

Voglia di leggere

attivo presso la nostra associazione.

Intanto, ti informiamo che questo libro è già disponibile nel circuito REDOP

 

 

Ugo Poli

Senza voler togliere alcun merito agli altri, ci sentiamo però molto orgogliose di poter vantare il nome di Ugo Poli fra coloro che hanno accettato di far parte della giuria di questo primo concorso.

Orgogliose perché è un uomo che ha molto a che fare con la bellezza, quella creata da Jorio Vivarelli e che Poli si è assunto il compito di divulgare, nella sua qualità di Presidente della Fondazione Pistoiese Jorio Vivarelli.

Da Villa Storonov – dove il Maestro abitava insieme alla moglie Giannetta e dove oggi hanno sede la Fondazione e uno splendido museo – si irradia verso il messaggio dell’artista che, a pieno titolo, il mondo intero celebra con le sue opere.

Il sito della Fondazione Jorio Vivarelli potrà offrirvi molte altre informazioni, molto dettagliate, oltre a proporre le immagini delle sculture che l’artista ha lasciato alla città: una collezione preziosa, valorizzata anche nello splendido giardino che circonda la villa e di cui la foto in copertina offre uno stralcio. L’immagine, infatti, si riferisce all’opera L’una per altra, un bronzo che lo scultore Vivarelli realizzò nel 1972: solo una delle tante meraviglie da scoprire nel giardino di Villa Storonov.

.

 

TORNA ALL’ARTICOLO PRINCIPALE

 

Laura Pelagatti

Nata a Pistoia nel 1966, Laura considera la fotografia parte integrante della sua vita: lo è stata fin dalla nascita, quando la madre acquistò la sua prima macchina fotografica, una Voigtlander Vito C, divenuta poi compagna di avventure per Laura.

Da persona che ama sperimentare, e non sentendosi troppo legata alla tecnica – seppur la consideri necessaria – vede la foto come libera espressione, racconto, introspezione, passione, poesia, sogno, svago, fatica ma anche fonte di adrenalina, soddisfazione, confronto, crescita: uno stile di vita, appunto.

Ritrattista per vocazione, ama la figura umana soprattutto in movimento così che danza e teatro sono i soggetti preferiti da cogliere, in particolare durante le prove, quando ha più libertà per muoversi e interagire con gli artisti: un colloquio fra pari, aggiungiamo noi.

TORNA ALLA PRESENTAZIONE DELLA GIURIA

Stefano Di Cecio

La responsabilità di una famiglia porta spesso le persone a fare dei compromessi: i figli sono impegnativi sotto ogni aspetto, morale e materiale: e se nel primo caso la ricchezza interiore è la moneta meglio spendibile per dar loro qualcosa di positivo, nel secondo la creatività non basta… anzi, come ci insegnano le vite di stenti patite da geni come Van Gogh, Gauguin o Modigliani – giusto per fare qualche esempio. 

Stefano Di Cecio da anni lavora come responsabile amministrativo in una società, ma è pensabile che un genio possa vivere di soli numeri? Ovviamente no. In parallelo alla concretezza professionale, Stefano ha gratificato la sua creatività coltivando la passione per la fotografia, una volta solo passatempo oggi mezzo che usa per comunicare sensazioni meravigliose perché ogni suo scatto “coglie l’attimo” immortalandolo nella sua espressione più sublime.

Per sua stessa ammissione, ama giocare con le immagini, strumento con il quale racconta la Vita – sì, proprio quella da scrivere con la “V” maiuscola – per esaltarla nella sua preziosità. Ecco allora che ogni foto diventa la voce che induce la gente a guardala (la Vita) ed a guardarsi per riconoscersi nella sua bellezza. Anche quando sembra che di bello ci sia ben poco. Le foto di Stefano Di Cecio sono un invito a non mollare, a vivere ogni attimo chiudendone in sé la preziosa esperienza che lascia. E lui ne è esempio.

TORNA ALLA PRESENTAZIONE DELLA GIURIA

Filippo Basetti

Nato a Pistoia nel 1975, si occupa di arti visive. Non si pone il problema del mezzo ma del fine, ovvero raggiungere e restituire al meglio un’idea o un progetto. Passa così dalla fotografia, alla pittura, al video, al modello e all’installazione. Quasi tutti i suoi lavori, si rifanno all’architettura, alla sociologia, alla fantascienza e alla visione organica della società, come unicum organismo vivente. Lavora inoltre per studi di architettura come designer tridimensionale, fotografo e videomaker per case editrici, agenzie di comunicazione, enti pubblici, associazioni e privati, ed è fondatore della rivista digitale “Uau Magazine”, oltre ad avere al suo attivo numerose mostre: il sito personale www.filippobasetti.com rende al meglio l’idea della sua ecletticità.

TORNA ALLA PRESENTAZIONE DELLA GIURIA

 

I collaboratori: Lisa Sequi

Lisa Sequi è la dietista che si occupa dell’ambulatorio nutrizionale: il suo curriculum parla per lei, in termini di competenze, veramente solide.

  • 2002 – con il massimo dei voti, si diploma Dietista presso l’Università degli Studi di Firenze
  • 2007 – con votazione 110/110 e lode, consegue la laurea in Dietistica presso l’Università degli Studi di Chieti e Pescara
  • 2010 – completa il master in Disturbi del comportamento alimentare in età evolutiva, presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Firenze
  • 2014 – vince la borsa di studio presso AOUC Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi per il progetto Centro di assistenza valutazione clinica e ricerca degli atleti a favore della SOD Agenzia di Medicina dello Sport.

Dal 2002 è impegnata come dietista presso studi medici, studi privati, ambulatori della Pubblica Assistenza e della Misericordia, oltre ad aver maturato esperienza clinica in case di cura private convenzionate con il SSN, occupandosi di alimentazione in riabilitazione cardiologica, disfagia, dialisi, malnutrizione, obesità ecc.

Dal 2015 collabora con ISPRO (Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica) della Toscana, partecipando attivamente a progetti di ricerca su alimentazione e stili di vita per la prevenzione oncologica. Contemporaneamente, è impegnata in attività di consulenza nutrizionale per LILT, presso il Cerion di Firenze, e per l’associazione di volontariato pistoiese Voglia di Vivere, rivolta alle donne operate al seno.

Responsabile scientifico e relatrice a convegni e incontri informativi e di prevenzione su tematiche come il diabete, i disturbi del comportamento alimentare, lo sport, la nutrizione in prevenzione e terapia oncologica, si è occupata anche di ristorazione collettiva come consulente e docente per aziende private e comuni.

Comprendere fino in fondo quanto sia affidabile è molto semplice: la incontri, e capisci subito di essere di fronte a una persona qualificata e disponibile, la professionista che ti mette a tuo agio perché è consapevole del tuo disagio, delle tue paure, delle difficoltà che incontrare il cancro comporta. E… visto che l’abbiamo coinvolta per avere da lei i primi suggerimenti pratici per superare nel modo migliore i malesseri da terapia, le abbiamo anche posto qualche domanda, forse un po’ più curiosa che pratica.

GUARDA L’INTERVISTA!