Se cambia la prospettiva

Dipende tutto da come ci poniamo verso il mondo, persone e cose le percepiamo secondo la predisposizione ad accoglierle o a rifiutarle.

È il solito vecchio discorso su come vediamo il bicchiere: mezzo pieno, o mezzo vuoto? Discorso che riproponiamo stimolate dalla splendida foto che vediamo qui accanto. Certamente – almeno le lettrici di Pistoia e dintorni – non faranno fatica a riconoscere il luogo in cui l’immagine è stata scattata, il corridoio che funge anche da sala di attesa per la mammografia. Un luogo che rimane piuttosto squallido – nonostante alcuni tentativi per umanizzarlo con qualche accessorio – e che appare ancor più misero per il senso di timore che ci accompagna quando siamo in attesa di… farci strizzare le tette: non per la strizzata in sé, naturalmente, bensì per l’esito dell’esame.

Foto Laura Pelagatti

Tornando alla foto in questione, si resta sorprese nel vedere come l’ambulatorio di via della Quiete possa apparire in tutt’altra veste: intrigante, possiamo azzardaci a dire, per il gioco di ombre e colori che lo racconta rendendolo accogliente, addirittura benevolo. Autrice di questo scatto straordinario è Laura Pelagatti, fotografa ben nota per la naturale propensione a “cogliere l’attimo” facendolo diventare storia importante, un racconto tanto sensibile quanto articolato di emozioni profonde. A dirglielo lei si schernisce, affermando che è stata solo fortunata a trovarsi lì con la giusta luce: cosa certamente vera, ma che è solo uno degli elementi nella composizione, insieme a sensazioni e capacità tecnica.

Più volte Voglia di Vivere ha parlato di fotografia come strumento di benessere che passa trasversalmente a occhi-cuore-spirito, tanto che il concorso “Sento, vedo, racconto. Il ritratto della salute” fu ideato proprio per questo, nell’intento di stimolarne l’uso come strumento narrativo, per immagini in questo caso: perciò ringraziamo Laura per averci concesso l’uso di questo bellissimo esempio di “bicchiere mezzo pieno”, che ci auguriamo possa rappresentare un incentivo all’uso della fotografia.

Il coraggio di Sandra

C’è stato un “inoltre” di grande valore, sabato 9 marzo al convegno “Sento, vedo, racconto. Il ritratto della salute”, la testimonianza di una donna che è perfetta incarnazione di tutto quanto i vari relatori hanno affermato.

Sandra Mochi ha combattuto con determinazione la sua battaglia contro il cancro alla mammella. Lo ha vinto, fisicamente e – ancor di più – spiritualmente, perché non ha mai smesso di vivere con gioia la propria vita, nonostante le difficoltà: anzi, è proprio andata oltre le difficoltà guardando avanti, e cercando dei modi tutti suoi per attingere alla fonte dell’ottimismo, anche quando sembrava che questa volesse essiccarsi. La fotografia è stata per lei una preziosa alleata, un’amica con cui ha costantemente dialogato, condividendo poi con gli altri i pensieri che scaturivano da queste conversazioni: dialoghi fra lei e il cancro che scaturivano davanti a… a una flebo, a uno specchio, nella sala d’attesa. Ma anche davanti a un fiore, che guarda il sole a cercare la Vita.

Sandra ha testimoniato tutto questo attraverso i social, pubblicando e commentando le sue foto, ma non si è tirata indietro davanti all’invito che Voglia di Vivere le ha rivolto per raccontare, sotto la guida di Claudia Bonari, la sua esperienza ai convenuti.

Confermando l’indole di persona generosamente positiva, ha affermato di essere grata a Voglia di Vivere per averle dato l’opportunità di mettere a disposizione la sua esperienza, per stimolare anche il messaggio sull’importanza della prevenzione, affinché questo possa arrivare forte a tante donne.

Voglia di Vivere l’ha ringraziata donandole una litografia dell’artista Rossella Baldecchi.

 

Quanto è bello parlar di foto!

 

È stato un pomeriggio davvero piacevole quello trascorso in compagnia di tante amiche, e amici, che hanno risposto al nostro invito per parlare di fotografia, un tema che – come è stato dimostrato – si presta a molteplici interpretazioni, assecondando la fantasia, soprattutto quando intrisa di sentimenti che vogliono manifestarsi.

Ciascuno da un diverso punto di vista, i relatori intervenuti (vedi il programma) hanno proposto uno spunto di riflessione sulla fotografia, altrettanto le persone che hanno partecipato a questa prima edizione del concorso fotografico, non a caso intitolato “Sento, vedo, racconto. Il ritratto della salute”, un titolo intorno al quale sono state interpretate le storie sottoposte alla giuria, che riconoscendo il merito di tutte le opere pervenute, ha indicato le tre più significative.

 

1 – Porgere la mano, di Alberto Chirimischi, con la motivazione: “Perché è uno scatto in cui è stata colta la filosofia ispiratrice del concorso: l’attività fisica che aiuta a stare in salute, ma anche solidarietà che fa/aiuta a stare bene nel momento del bisogno. Viene premiato anche il fatto di aver scelto di partecipare con una fotografia che ha saputo cogliere il momento di una situazione di questo tipo: una manifestazione sportiva.”

 

2 – Insieme, di Marco Tesi, con la motivazione “Perché è significativa del modo in cui la Camminata in città riesce a stimolare gli animi, creando un clima di solidarietà nello stare insieme a tante persone, fra loro diverse e allo stesso tempo uguali.”

 

 

 

 

3 – Volersi bene, di Sandra Marliani, con la motivazione:“Perché è una foto rappresentativa di come due parti riescono a diventare una cosa sola e, nel momento in cui qualcosa va storto, gli affetti riescono sempre a portare quel conforto che aiuta a raddrizzare la vita, nonostante le incognite che possono celarsi dietro la porta.

Inoltre…