Pappa al pomodoro con l’aglione

Sono felice di inviarvi una mia ricetta. Una ricetta ricordo d’infanzia, che la mamma ci preparava con pochi ingredienti, una ricetta povera ma dal sapore genuino, in molti la conosco ed ognuno ha il suo modo di prepararla: la pappa al pomodoro con l’aglione.

La ricetta

INGREDIENTI

  • pane raffermo
  • olio extravergine
  • uno spicchio d’aglio (io ho usato uno spicchio di aglione)
  • qualche fogliolina di basilico
  • 2 o 3 cucchiai di parmigiano grattugiato
  • brodo vegetale
  • sale e pepe QB

PROCEDIMENTO

Prima cosa preparare il brodo vegetale con cipolla sedano carota e basilico.

Tagliare l’aglione o l’aglio finemente, mettere l’olio in una casseruola buttare l’aglio o l’aglione e farlo cuocere lentamente senza farlo colorire. In caso dell’aglione aggiungere poco brodo vegetale alla volta, l’aglione si deve ammorbidire.

A questo punto si aggiungono i pomodori freschi passati con il passatutto oppure i pelati.
Fare prendere il bollore e buttare il pane raffermo, allungare con il brodo vegetale e lasciare assorbire il liquido, se occorre aggiungere ancora un po’ di brodo.

Appena il pane è diventato pappa aggiungere qualche fogliolina di basilico fare cuocere ancora per qualche minuto, spengere il fornello e spolverare con parmigiano grattugiato. Tenere coperto e lasciare intiepidire la pappa.
A questo punto servite con un “c” di olio extravergine.

Buon appetito.

Le melanzane di nonna Ida

La mia nonna Ida, nata a Livorno da famiglia israelita, rimase orfana molto presto e fu affidata dalla comunità ad una “signora”, così l’ha sempre chiamata lei, che l’ha allevata , educata e preparata alla vita.

Nata verso la fine del 1800, il suo percorso di crescita fu chiaramente orientato verso un destino di sposa e madre di famiglia che con il matrimonio verso i vent’anni e i quattro figli, ha onorato con pazienza e dedizione. Mandava avanti la casa piuttosto bene, ma le piaceva soprattutto lavorare all’uncinetto e cucinare. Di lei ricordo alcune preparazioni speciali come la minestra di pesce, la “francesina”, le melanzane marinate. Quest’ultime sono rimaste indelebili nei miei ricordi e le ho incluse fra “i miei piatti forti”.

Ho la fortuna di avere un orto piuttosto grande che mio marito, ormai in pensione, coltiva con piacere alternando i lavori agricoli con le attività di ricerca scientifica di cui ancora si occupa. Verso la fine di luglio si comincia a raccogliere e a cucinare le melanzane: tonde o lunghe sono adatte tutte, più morbide le prime più saporite le seconde.

La ricetta

INGREDIENTI

  • melanzane
  • aglio
  • peperoncino piccante
  • farina
  • olio per friggere
  • aceto
  • sale

PROCEDIMENTO

Tagliare le melanzane in fette non troppo sottili e disporle a strati in uno scolapasta dopo averle cosparse di sale fino per far perdere l’eccesso di acqua ed il sapore amarognolo. Dopo due ore circa si stendono e si asciugano bene fra due strati di carta da cucina.

Cottura: una volta asciutte le melanzane vengono poche alla volta infarinate e fritte in olio di semi. E’ bene usare una friggitrice elettrica per tenere la temperatura costante ed una gratella per scolarle bene dall’olio in eccesso. Per una preparazione più “leggera” le melanzane possono essere cotte sulla griglia.

Marinatura: quando sono ancora tiepide le melanzane vengono condite a strati con pezzettini di aglio e di peperoncino piccante ed una generosa spruzzata di aceto. Al termine un piatto con un peso sull’ultimo strato favorisce l’amalgama dei sapori che migliora nel tempo e quindi si consiglia di servirle dopo qualche ora dalla preparazione. Nella ricetta originale della nonna al termine della frittura, all’olio di oliva rimasto si aggiungeva l‘aceto, i pezzetti di aglio e peperoncino e dopo aver scaldato e mescolato bene, il tutto veniva versato sopra le melanzane.

Quando le preparo per la famiglia al completo di figli e nipoti, non rimangono mai avanzi vuoi perché molto gradite a tutti quanti, vuoi perché se per caso ne ho fatte tante e qualcosa resta, è d’obbligo riempire un piattino di carta da portar via!

Le braciole in salsa della zia Maria Grazia

Il borgo di Cecina di Larciano, posto su un colle a poco più di centotrenta metri di altezza, nell’area del Montalbano, è un paese di antiche origini che nell’età medioevale ebbe un ruolo considerevole in quanto castello posto a guardia dei confini meridionali del territorio comunale pistoiese, insieme a Larciano e Lamporecchio e collegato ad ovest con Serravalle, punto strategico fondamentale. Maria Grazia andava spesso a Cecina di Larciano a trovare la cognata Grazia, moglie del fratello Giorgio, e oltre alle lunghe passeggiate nei colli, alle confidenze sulle vicende familiari, sulle persone che conoscevano, si facevano compagnia cucinando e passandosi le ricette di famiglia.

La cognata amava in particolar modo le braciole al sugo di Maria Grazia, che non poteva tornare nella sua Pistoia se non dopo aver cucinato e diffuso o il profumo della sua ricetta per tutto il borgo di Cecina!

La ricetta

INGREDIENTI

  • 4 braciole di vitello
  • 2 uova
  • pangrattato
  • sale
  • salsa di pomodoro
  • olio di oliva
  • prezzemolo
  • una cipolla rossa
  • 2 acciughe sfilettate

 

PROCEDIMENTO

Sbattere le uova e aggiungere un pizzico di sale. Passare le braciole nell’uovo e dopo nel pane grattugiato. Mettere dell’olio di oliva nella padella e quando è caldo aggiunge le braciole impanate.

 

A parte preparate tegame con prezzemolo e cipolla rossa tagliata sottile e si fa soffriggere piano. Appena il soffritto prende il colore si aggiunge la passata di pomodoro.

 

Si fa cuocere per circa 10 minuti. Dopo si aggiungono due acciughe deliscate e infine si aggiungono le braciole, scolate dall’olio di cottura, e si fanno andare per cinque minuti nella salsa.

 

E buon appetito!