Ventiquattro agosto, San Bartolomeo: a Pistoia è come dire che inizia un nuovo anno, il tempo delle vacanze è ormai passato, è l’ora di tornare in città e riprendere la vita consueta.
Ad accogliere il “nuovo tempo” sono allegri palloncini colorati e giocattoli, che i bambini chiedono a gran voce come regalo mentre si avviano in chiesa dove riceveranno la benedizione (l’unzione con l’olio santo) che dovrebbe proteggerli dai guai delle loro marachelle: non a caso, ai bimbi vivaci si è soliti dire “San Bartolomeino, Dio ti benedica!”, invocazione affinché, nonostante la loro vivacità, possano essere preservati da ogni sorta di malanno fisico. E se l’olio ha lo scopo di tener lontani gli sbuccioni ai ginocchi e i bernoccoli in testa, sembra invece aver ben poca presa sui mali della gola… non quelli provocati da tonsille infiammate, anzi! Sentirli gridare a squarciagola che vogliono lo zucchero filato, oppure il croccante, o la corona di pippi e confetti col buco, è segno di salute, vera e propria gioia per le orecchie degli ambulanti appostati nella piazza antistante la chiesa, così da “corrompere” golosi.
Una volta era proprio così: adesso è tutto ridimensionato (la foto che vedete risale a diversi anni orsono, quando il Covid era uno sconosciuto), ma lo spirito del nostro San Bartolomeo non impedisce ai pistoiesi di mettersi ordinatamente in coda per prendere l’unzione, tutti quanti i bambini di ogni età. Perché questa bella tradizione, esplosione di odori, sapori, luci, colori, riporta indietro l’orologio della vita, risvegliando l’emozione dei ricordi. Tutti, in quella magnifica chiesa, torniamo bambini.
Buona festa, San Bartolomeini di tutte le età!